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Possiamo immaginare Roma come l'archetipo di un nuovo e paradossale modello urbano euromediterraneo del consumo? Dopo anni di ritardo, la capitale si è finalmente attrezzata per stare al passo con le altre metropoli e si prende la sua rivincita postmoderna: lo shopping si fa invasivo e agisce sullo spazio. Cresce allora la città satellitare dei centri commerciali e dei megastore intorno al Grande Raccordo Anulare, il centro storico acquista le fattezze di un pittoresco archeolandia-market, nuove Porta Portese e nuovi mercatini della domenica si diffondono nelle aree vuote, mentre Chinatown conquista definitivamente il quartiere dell'Esquilino. L'esperienza innovativa dello shopping ha assunto le forme di una cultura dell'ibridazione e della convivenza capace di mettere a comune denominatore modelli del consumo altrimenti separati che stanno contribuendo a ridefinire l'intera gamma delle relazioni sociali e dei modi d'uso della città.